INDICE:
1. In giro con lo zaino
2. Primo Soccorso in escursione/viaggio
3. Rendere potabile un'acqua sospetta
4. Kit di Primo Soccorso
5. Kit di Sopravvivenza
6. Cucina da campo (per 2 persone).
7. Gore-Tex: membrana traspirante, impermeabile, antivento.
8. Crearsi un rifugio in poco tempo e con il minor dispendio emergetico possibile.
9. Bussola SILVA Expedition 54 ad uso militare.
10. Un piccolo grande coltello: CRKT Ritter RSK MK5 .
11. Agiofarago: il canyon dei santi (Creta)
2. Primo Soccorso in escursione/viaggio
3. Rendere potabile un'acqua sospetta
4. Kit di Primo Soccorso
5. Kit di Sopravvivenza
6. Cucina da campo (per 2 persone).
7. Gore-Tex: membrana traspirante, impermeabile, antivento.
8. Crearsi un rifugio in poco tempo e con il minor dispendio emergetico possibile.
9. Bussola SILVA Expedition 54 ad uso militare.
10. Un piccolo grande coltello: CRKT Ritter RSK MK5 .
11. Agiofarago: il canyon dei santi (Creta)
Nota:
Quelli recensiti sono tutti prodotti da me acquistati perché ritenuti utili ed in grado di soddisfare le mie esigenze di appassionato di attività outdoor. Non si fa pubblicità in questo sito, mi limito solo a esprimere un giudizio personale sui prodotti da me acquistati ed usati durante le mie attività.
IN GIRO CON LO ZAINO
Altre fonti sono sicuramente più autorevoli nel trattare l'argomento rispetto a me, semplice appassionato di escursionismo e campeggio, ma l'amore verso questo tipo di vivere i viaggi e la natura mi spinge a buttare giù due righe.
Scegliere di andar in giro con lo zaino è sempre un modo popolare di viaggiare, specialmente tra giovani. Esso consente un livello di flessibilità quasi illimitata con il vostro itinerario e aiuta a mantenere bassi i costi. All'interno di questa sezione si trovano alcuni suggerimenti per il "backpacking", qualsiasi sia la vostra destinazione, da quello che serve portarsi appresso ad alcuni consigli e trucchi utili.
Carico
Una delle questioni chiave quando si sta per intraprendere un viaggio, zaino in spalla, è quello che bisogna portarsi appresso. Sarà necessario portarsi lo zaino in giro per lunghi periodi di tempo e deve contenere tutto quello che potrà servire mentre si è lontani che non sarà possibile acquistare localmente.
E' essenziale caricarsi il meno possibile, lo zaino ci dovrà accompagnare ovunque e averne uno di grandi dimensioni, ingombrante, potrebbe crearci problemi durante l'imbarco in bus e treni, oltre che stancarci in quanto costretti a portarlo in giro tutto il giorno.
Abbigliamento
Sarà necessario ridurre al minimo indispensabile il carico di vestiti da portare con noi, sarà necessario abituarsi a indossare gli stessi vestiti per lunghi periodi di tempo, anche se normalmente potremo lavare e asciugare i vestiti durante la notte nella maggior parte dei luoghi.
Si consiglia di portare:
2 / 3 t-shirt - queste dovrebbero essere di quelle a rapida asciugatura in modo che possano facilmente essere stese ad asciugare durante la notte - ed almeno una camicia o polo a maniche lunghe per proteggersi dalle zanzare e il sole / freddo
2 paia di pantaloni: meglio se di quelli leggeri, magari con numerose tasche. Le donne potrebbero non voler sostituire una gonna, ma è indispensabile avere almeno un paio di pantaloni, mentre si viaggia. Un paio di jeans rappresenta una buona soluzione essendo questi estremamente resistenti e versatili.
I costumi da bagno sono abbastanza leggeri e vale la pena portarseli nel caso in cui si pensa di andare a nuotare. Gli uomini possono anche loro portarsene a presso due, oppure una coppia di shorts. Gli shorts non sono consigliati per andare in giro in alcuni paesi in quanto fanno facilmente distinguere, esponendolo maggiormente a potenziali pericoli, un turista. Se questo non è un problema riguardante la località della vostra scelta, uno o 2 paia di pantaloncini possono dimostrarsi di grande utilità. Indipendentemente dal luogo di destinazione, un leggero pile è essenziale, questo può essere indossato al di sopra degli altri vestiti (abbigliamento a cipolla) per tenerci al caldo nella maggior parte dei climi (specialmente durante la notte). Infatti vale la pena ricordarsi che anche nei paesi caldi può diventare piuttosto freddo di notte. Un pile arrotolato può anche fare da cuscino all'occorrenza.
Non serve portarsi molte paia di calze e biancheria intima, sarà sempre possibile lavare al raggiungimento della meta per cui non vale la pena di occupare spazio e di portarsi carichi inutili. Bisogna accettare anche il fatto che gli indumenti di colore chiaro non manterranno a lungo questa tinta! A seconda delle distanze che si intende percorrere a piedi potrebbe dimostrarsi necessario di acquistare un robusto paio di scarpe da montagna, essendo queste particolarmente indicate per usi pesanti. Altrimenti un paio di sandali di buona qualità sono essenziali nella maggior parte delle destinazioni, con il vantaggio di essere piccoli e facili da trasportare e possono essere molto comodi per la maggior parte occasioni. Spesso anche un paio di scarpe da ginnastica comode potrebbero risultare una valida alternativa alle scarpe da montagna, specie nei casi di percorsi brevi e non particolarmente impegnativi.
Note essenziali:
Un buon sacco a pelo è fondamentale, magari uno di quelli moderni, che può essere arrotolato diventando molto piccolo. In molti ostelli le coperte ti verranno addebitate a pezzo e possono non offrire sufficienti garanzie di pulizia ed isolamento termico/igienico. Un fazzolettone da testa può rendersi utile come protezione dal sole. Le donne quasi certamente avranno bisogno di questo copricapo nelle moschee o nei paesi come l'Iran o gli altri paesi arabi. Cappellini o bandane, sono buoni per contenere i capelli del tuo volto e tenere lontano il sole.
Vale la pena portare sempre con sé un paio di bottiglie d'acqua, specialmente quando si va in giro in paesi dal clima più caldo e dalle scarse condizioni igienico-sanitarie.
Un coltellino multiuso, tipo quelli dell'esercito svizzero, possono dimostrarsi il miglior amico del viaggiatore!
Ricordarsi sempre di porre creme, dentifricio e detersivi vari utili durante l'attraversata in aereo, nelle apposite buste trasparenti, il resto nel bagaglio da stiva. Non portare più del necessario, solo ciò che serve per mantenere l'igiene
Un buon kit di pronto soccorso è indispensabile, specie durante i viaggi verso paesi meno sviluppati. Vale la pena di disporre delle siringhe monouso per evitare di contrarre malattie da aghi contaminati in caso di ricoveri in ambulatori locali. Portare con sé la quantità necessaria di medicine nel caso siete pazienti cronici di qualche malattia, tipo diabete, ipertensione, ecc... Alcune medicine non sempre sono disponibili o facili da trovare dovunque.
Ricordarsi di portare due asciugamani (uno piccolo ed uno di medie dimensioni), meglio se di quelli da viaggio, leggeri, compatti facilmente asciugabili e super assorbenti.
Elementi utili
Questi elementi non sono essenziali per la vostra sopravvivenza, ma il viaggio solo non sarebbe la stessa senza di loro. Si consiglia di prendere in considerazione quanto segue:
Un ricambio di batterie per la fotocamera (e la fotocamera). Il cellulare, meglio se dispone di calcolatore e sveglia. Una di quelle cinture dove si possono nascondere i soldi. Una torcia (ed una di riserva, più piccola). Un lettore mp3 con radio incorporata. Un buon libro. Un piccolo diario dove scrivere note, segnare i nomi dei luoghi visitati, pianificare i percorsi, ecc...
Prendete con voi dei sacchetti di vari tipi e dimensioni, questi possono tenere i vestiti sporchi separati da quelli secchi e possono anche essere usati per impermeabilizzare all'occorrenza il vostro zaino.
Lo zaino
La dimensione dello zaino da comprare dipende essenzialmente da quello che avete intenzione di portarvi dietro e quindi dalla durata del viaggio. Se avete intenzione di prendere solo lo stretto necessario potrebbe essere sufficiente uno zaino da 35 litri, ma in media uno da 50 litri potrebbe risultare una scelta migliore , soprattutto perché lascia un certo spazio per qualche souvenir raccolto lungo la strada. Certamente se avete intenzione di andare in campeggio per un periodo di >7 giorni (quindi con tenda, stuoino, attrezzi da cucina, ecc...), allora molto probabilmente sentirete il bisogno di un sacco più grande, come quello da 65/70 litri. Vale sempre la regola del buon senso: si porta via solo ciò che realmente serve!
Cosa non prendere
Se siete davvero a corto di spazio o volete viaggiare molto leggeri allora potrebbe essere un 'idea il non prendere guide da viaggio voluminose con voi. Potete fare la vostra ricerca prima di partire e fotocopiare solo le informazioni di cui avrete assolutamente bisogno. I libri sono abbastanza pesanti, soprattutto se sono più di uno, e tener conto che probabilmente si possono comprare sul luogo se si ha realmente bisogno. A volte altri viaggiatori sono pronti a scambiare la loro guida perché stanno lasciando il paese con altri che stanno per entrarci. Molti ostelli dispongono di proprie guide da viaggio o che la gente potrebbe aver lasciato lì in modo da poterle raccogliere. Non portare con sé un asciugacapelli, questi sono grandi, ingombranti e in molti ostelli spesso non possono essere usati (mancanza di prese di corrente). Se è assolutamente necessario disporre di uno, per coloro che viaggiano in un Paese sviluppato, piuttosto conviene prendere uno di quelli asciugacapelli da viaggio, di piccole dimensioni che può piegare piegato. Non prendete con voi nulla di troppo prezioso o sentimentale, i casi di bagagli smarriti e/o rubati sono fin troppo comuni in questi giorni e non si sarebbe voluto perdere tutto ciò che non si può facilmente sostituire. Non prendere con voi tutto ciò che non avreste mai usato standovene a casa, perché improvvisamente avreste iniziato ad usarlo quando sareste andati via?
Lista dell'ultimo momento
Fanno parte di essa le cose aggiunte e/o tolte all'ultimo momento. Per esempio, se si viaggia in Europa o negli Stati Uniti probabilmente non sarebbe necessario portarsi appresso un sacco a pelo, in quanto potreste acquistarlo sul posto se lo ritenete necessario o perché potete scegliere sistemazioni diverse che lo rendono inutile. Anche se quando si è in campeggio sarà necessario disporre di tutti i tuoi attrezzi da campeggio come tende, stufe, ecc in aggiunta a tutte le cose sopra elencate.
Scegliere di andar in giro con lo zaino è sempre un modo popolare di viaggiare, specialmente tra giovani. Esso consente un livello di flessibilità quasi illimitata con il vostro itinerario e aiuta a mantenere bassi i costi. All'interno di questa sezione si trovano alcuni suggerimenti per il "backpacking", qualsiasi sia la vostra destinazione, da quello che serve portarsi appresso ad alcuni consigli e trucchi utili.
Carico
Una delle questioni chiave quando si sta per intraprendere un viaggio, zaino in spalla, è quello che bisogna portarsi appresso. Sarà necessario portarsi lo zaino in giro per lunghi periodi di tempo e deve contenere tutto quello che potrà servire mentre si è lontani che non sarà possibile acquistare localmente.
E' essenziale caricarsi il meno possibile, lo zaino ci dovrà accompagnare ovunque e averne uno di grandi dimensioni, ingombrante, potrebbe crearci problemi durante l'imbarco in bus e treni, oltre che stancarci in quanto costretti a portarlo in giro tutto il giorno.
Abbigliamento
Sarà necessario ridurre al minimo indispensabile il carico di vestiti da portare con noi, sarà necessario abituarsi a indossare gli stessi vestiti per lunghi periodi di tempo, anche se normalmente potremo lavare e asciugare i vestiti durante la notte nella maggior parte dei luoghi.
Si consiglia di portare:
2 / 3 t-shirt - queste dovrebbero essere di quelle a rapida asciugatura in modo che possano facilmente essere stese ad asciugare durante la notte - ed almeno una camicia o polo a maniche lunghe per proteggersi dalle zanzare e il sole / freddo
2 paia di pantaloni: meglio se di quelli leggeri, magari con numerose tasche. Le donne potrebbero non voler sostituire una gonna, ma è indispensabile avere almeno un paio di pantaloni, mentre si viaggia. Un paio di jeans rappresenta una buona soluzione essendo questi estremamente resistenti e versatili.
I costumi da bagno sono abbastanza leggeri e vale la pena portarseli nel caso in cui si pensa di andare a nuotare. Gli uomini possono anche loro portarsene a presso due, oppure una coppia di shorts. Gli shorts non sono consigliati per andare in giro in alcuni paesi in quanto fanno facilmente distinguere, esponendolo maggiormente a potenziali pericoli, un turista. Se questo non è un problema riguardante la località della vostra scelta, uno o 2 paia di pantaloncini possono dimostrarsi di grande utilità. Indipendentemente dal luogo di destinazione, un leggero pile è essenziale, questo può essere indossato al di sopra degli altri vestiti (abbigliamento a cipolla) per tenerci al caldo nella maggior parte dei climi (specialmente durante la notte). Infatti vale la pena ricordarsi che anche nei paesi caldi può diventare piuttosto freddo di notte. Un pile arrotolato può anche fare da cuscino all'occorrenza.
Non serve portarsi molte paia di calze e biancheria intima, sarà sempre possibile lavare al raggiungimento della meta per cui non vale la pena di occupare spazio e di portarsi carichi inutili. Bisogna accettare anche il fatto che gli indumenti di colore chiaro non manterranno a lungo questa tinta! A seconda delle distanze che si intende percorrere a piedi potrebbe dimostrarsi necessario di acquistare un robusto paio di scarpe da montagna, essendo queste particolarmente indicate per usi pesanti. Altrimenti un paio di sandali di buona qualità sono essenziali nella maggior parte delle destinazioni, con il vantaggio di essere piccoli e facili da trasportare e possono essere molto comodi per la maggior parte occasioni. Spesso anche un paio di scarpe da ginnastica comode potrebbero risultare una valida alternativa alle scarpe da montagna, specie nei casi di percorsi brevi e non particolarmente impegnativi.
Note essenziali:
Un buon sacco a pelo è fondamentale, magari uno di quelli moderni, che può essere arrotolato diventando molto piccolo. In molti ostelli le coperte ti verranno addebitate a pezzo e possono non offrire sufficienti garanzie di pulizia ed isolamento termico/igienico. Un fazzolettone da testa può rendersi utile come protezione dal sole. Le donne quasi certamente avranno bisogno di questo copricapo nelle moschee o nei paesi come l'Iran o gli altri paesi arabi. Cappellini o bandane, sono buoni per contenere i capelli del tuo volto e tenere lontano il sole.
Vale la pena portare sempre con sé un paio di bottiglie d'acqua, specialmente quando si va in giro in paesi dal clima più caldo e dalle scarse condizioni igienico-sanitarie.
Un coltellino multiuso, tipo quelli dell'esercito svizzero, possono dimostrarsi il miglior amico del viaggiatore!
Ricordarsi sempre di porre creme, dentifricio e detersivi vari utili durante l'attraversata in aereo, nelle apposite buste trasparenti, il resto nel bagaglio da stiva. Non portare più del necessario, solo ciò che serve per mantenere l'igiene
Un buon kit di pronto soccorso è indispensabile, specie durante i viaggi verso paesi meno sviluppati. Vale la pena di disporre delle siringhe monouso per evitare di contrarre malattie da aghi contaminati in caso di ricoveri in ambulatori locali. Portare con sé la quantità necessaria di medicine nel caso siete pazienti cronici di qualche malattia, tipo diabete, ipertensione, ecc... Alcune medicine non sempre sono disponibili o facili da trovare dovunque.
Ricordarsi di portare due asciugamani (uno piccolo ed uno di medie dimensioni), meglio se di quelli da viaggio, leggeri, compatti facilmente asciugabili e super assorbenti.
Elementi utili
Questi elementi non sono essenziali per la vostra sopravvivenza, ma il viaggio solo non sarebbe la stessa senza di loro. Si consiglia di prendere in considerazione quanto segue:
Un ricambio di batterie per la fotocamera (e la fotocamera). Il cellulare, meglio se dispone di calcolatore e sveglia. Una di quelle cinture dove si possono nascondere i soldi. Una torcia (ed una di riserva, più piccola). Un lettore mp3 con radio incorporata. Un buon libro. Un piccolo diario dove scrivere note, segnare i nomi dei luoghi visitati, pianificare i percorsi, ecc...
Prendete con voi dei sacchetti di vari tipi e dimensioni, questi possono tenere i vestiti sporchi separati da quelli secchi e possono anche essere usati per impermeabilizzare all'occorrenza il vostro zaino.
Lo zaino
La dimensione dello zaino da comprare dipende essenzialmente da quello che avete intenzione di portarvi dietro e quindi dalla durata del viaggio. Se avete intenzione di prendere solo lo stretto necessario potrebbe essere sufficiente uno zaino da 35 litri, ma in media uno da 50 litri potrebbe risultare una scelta migliore , soprattutto perché lascia un certo spazio per qualche souvenir raccolto lungo la strada. Certamente se avete intenzione di andare in campeggio per un periodo di >7 giorni (quindi con tenda, stuoino, attrezzi da cucina, ecc...), allora molto probabilmente sentirete il bisogno di un sacco più grande, come quello da 65/70 litri. Vale sempre la regola del buon senso: si porta via solo ciò che realmente serve!
Cosa non prendere
Se siete davvero a corto di spazio o volete viaggiare molto leggeri allora potrebbe essere un 'idea il non prendere guide da viaggio voluminose con voi. Potete fare la vostra ricerca prima di partire e fotocopiare solo le informazioni di cui avrete assolutamente bisogno. I libri sono abbastanza pesanti, soprattutto se sono più di uno, e tener conto che probabilmente si possono comprare sul luogo se si ha realmente bisogno. A volte altri viaggiatori sono pronti a scambiare la loro guida perché stanno lasciando il paese con altri che stanno per entrarci. Molti ostelli dispongono di proprie guide da viaggio o che la gente potrebbe aver lasciato lì in modo da poterle raccogliere. Non portare con sé un asciugacapelli, questi sono grandi, ingombranti e in molti ostelli spesso non possono essere usati (mancanza di prese di corrente). Se è assolutamente necessario disporre di uno, per coloro che viaggiano in un Paese sviluppato, piuttosto conviene prendere uno di quelli asciugacapelli da viaggio, di piccole dimensioni che può piegare piegato. Non prendete con voi nulla di troppo prezioso o sentimentale, i casi di bagagli smarriti e/o rubati sono fin troppo comuni in questi giorni e non si sarebbe voluto perdere tutto ciò che non si può facilmente sostituire. Non prendere con voi tutto ciò che non avreste mai usato standovene a casa, perché improvvisamente avreste iniziato ad usarlo quando sareste andati via?
Lista dell'ultimo momento
Fanno parte di essa le cose aggiunte e/o tolte all'ultimo momento. Per esempio, se si viaggia in Europa o negli Stati Uniti probabilmente non sarebbe necessario portarsi appresso un sacco a pelo, in quanto potreste acquistarlo sul posto se lo ritenete necessario o perché potete scegliere sistemazioni diverse che lo rendono inutile. Anche se quando si è in campeggio sarà necessario disporre di tutti i tuoi attrezzi da campeggio come tende, stufe, ecc in aggiunta a tutte le cose sopra elencate.
Rendere potabile un'acqua sospetta.
L'acqua potabile deve soddisfare alcune caratteristiche: essere microbiologicamente pura, incolore, inodore e priva di inquinanti chimici. Nei centri abitati la salubrità dell'acqua che scorre dai rubinetti è garantita da una serie di procedimenti messi in atto a livello degli acquedotti comunali. Le acque sorgenti non contaminate, spesso, non hanno bisogno di alcun trattamento alla fonte, ma durante il loro percorso di ruscello possono venire contaminate da pesticidi, escrementi o carcasse di animali, fogne urbane, ecc...
L'ideale sarebbe poter disporre sempre di acqua sicura, come quella di casa o quella minerale in bottiglia ma non sempre ciò è possibile. Può infatti capitare in escursioni di più giorni, specie se fatte in luoghi dove l'acqua manca proprio o in viaggi riguardanti paesi a rischio per le scarse condizioni igieniche locali, di dover usare l'acqua raccolta sul posto con tutti i pericoli che ne possono derivare.
Eco allora che diventa indispensabile mettere in atto tutta una serie di accorgimenti mirati a rendere questa acqua il più sicura possibile in modo da poterla bere e usarla per cucinare.
Fondamentalmente tali accorgimenti possono riguardare:
a) la capacità di valutare la salubrità o meno dell'acqua a disposizione e di individuare il punto migliore dove prelevarla;
b) le modalità attraverso le quali renderla potabile: filtro fisico, bollitura, esposizione ai raggi UV, sterilizzazione chimica.
Per esempio, prima di raccogliere l'acqua che scorre in un ruscello conviene osservare se per almeno 100 metri a monte non ci siano carcasse di animali, escrementi o persone che ci si lavano o lavano vestiti e/o gavette con detergenti inquinanti. Contemporaneamente la presenza di schiuma, di mucillagine rossastra o di odori strani sulla superficie dell'acqua raccolta testimonia eventuale contaminazione chimica dovuta alla presenza di alghe tossiche, di centri abitati, aziende agricole, ecc... In tal caso meglio lasciar perdere e cercare altrove dell'acqua da bere.
Questo perché mentre con i procedimenti fisici (decadimento, filtraggio, bollitura, esposizioni ai raggi UV) o chimici (pastiglie potabilizzanti) ci si riesce a rendere potabile un'acqua contaminata (da batteri, virus, spore, funghi, microrganismi patogeni vari), ciò non può dirsi di un'acqua inquinata (da metalli pesanti, pesticidi, vari inquinanti chimici). Non si potrà mai avere la sicurezza assoluta ma con tempo, lo studio della zona da visitare e l'esperienza accumulata con buona approssimazione riusciremo a fare una valutazione abbastanza affidabile della salubrità dell'acqua raccolta. La ceramica con porosità 0,2 micron trattiene tutti i batteri, protozoi, spore, sedimenti e virus combinati con particelle superiori ai 0,2 micron, riduce sensibilmente le particelle radioattive. La ceramica se è poi combinata con l'azione dei carboni attivi, trattiene anche il cloro ed i cattivi sapori dell'acqua.
Superato questo stadio, non rimane che completare il trattamento dell'acqua raccolta allo scopo di renderla sicura. A tal fine è molto importante poterla filtrare con l'aiuto di un doppio filtro ceramica/carboni attivi dai pori di 0,2 micron. Un filtro meccanico di quel tipo eliminerà batteri e funghi (perché di dimensioni maggiori di 0,2 micron), ridurrà di molto i metalli pesanti e i cattivi odori eventualmente presenti nell'acqua, ma non potrà fare niente contro i virus le varie tossine (in quanto di dimensioni minori di 0,2 micron) che lo possono attraversare tranquillamente. L'uso di un prefiltro potrà rendere più efficace il procedimento e allungare la vita del filtro principale in presenza di un'acqua molto sporca, ma rimane ugualmente insufficiente nei confronti di virus e tossine varie. Tanto per citare qualche prodotto ricordiamo il Katadyn Vario, l'MSR, il Delios, il PureEasy, ecc...
L'ulteriore sicurezza possiamo aggiungerla ricorrendo alla bollitura o alla disinfezione chimica (pastiglie o gocce potabilizzattrici) dell'acqua prefiltrata, ma in ogni caso conviene comunque filtrare precedentemente l'acqua da disinfettare. Questo perché l'acqua viene disinfettata meglio (tramite bollitura, esposizione ai raggi UV o con l'aggiunta di pastiglie) e più velocemente se precedentemente filtrata, in quanto il calore, i raggi UV e/o la sostanza disinfettante agisce meglio e in minor tempo in presenza di una carica patogena ridotta (dal filtro).
La bollitura per 10 minuti riesce a sterminare la maggior parte dei microrganismi patogeni ad eccezione delle spore (forme di vita patogena latente) che richiedono bollitura a 100 gradi di almeno 4 ore. Costituisce il metodo di potabilizzazione preferibile in quanto non aggiunge sostanze chimiche e/o sapori/odori sgradevoli. Per contro richiede tempo (tempo di bollitura + tempo di raffreddamento dell'acqua prima di poterla bere) e consumo di prezioso combustibile (non sempre troviamo legna da ardere sul posto). Indispensabile a questo scopo risulta la possibilità di disporre di un contenitore in metallo cui bollire l'acqua e del relativo combustibile.
Un altro metodo di disinfezione è costituito dall'esposizione dell'acqua ai raggi UV per un breve lasso di tempo. L'apparecchio (SteriPen) ha la forma di una pena e viene immerso nell'acqua da potabilizzare. Questo metodo ha il vantaggio di non alterare sapore e odore dell'acqua da trattare, ma per contro necessita di alimentazione elettrica (pile) e può rompersi/guastarsi.
Il terzo metodo è quello della disinfezione chimica mediante pastiglie o gocce. Le sostanze attive sono costituite da cloro, suoi sottoprodotti biossido di cloro, o iodio. Il biossido di cloro è preferibile rispetto al cloro e i suoi sottoprodotti, mentre chi ha problemi di tiroide dovrebbe evitare lo iodio. Per batteri e virus è sufficiente attendere una ventina di minuti prima di consumare l'acqua trattata mentre per le spore è necessario attendere 2 ore. Il grande vantaggio di questo metodo consiste nella praticità/semplicità del procedimento, che non necessita altro che di un semplice contenitore in cui versare l'acqua da trattare. Ottima a tal scopo è la classica borraccia militare in alluminio da 1 litro in quanto le pastiglie sono dosate proprio per questa quantità di liquido (1 litro). Basta quindi aggiungere una pastiglia direttamente nella borraccia e attendere il tempo necessario perché possa agire. Per contro le pastiglie possono alterare sia il sapore che l'odore dell'acqua in cui sono state aggiunte, ma in parte si può ovviare a questo facendo arieggiare (travasando da un contenitore all'altro l'acqua) l'acqua o shakerandola. Tanto per citare qualche prodotto ricordiamo l'Amuchina, il Micropur forte, l'Aquamira, ecc... Bisogna citare a questo punto il Miox della MSR, un apparecchio che usa il sale comune per avviare una reazione di clorazione che riesce in breve tempo a rendere potabile grandi quantità di acqua sospetta.
*Dosaggio Amuchina: In base ai dati provenienti dalla letteratura scientifica, per potabilizzare 1 litro di acqua è necessario aggiungerne 10 gocce di Amuchina (soluzione all'1% = 10ml Amuchina / litro d'acqua). Se si vuole invece ottenere una soluzione disinfettante con cui lavare ferite o disinfettare strumenti/oggetti allora bisogna aggiungere ben 20 gocce di Amuchina ad ogni litro d'acqua (soluzione al 2% = 20ml Amuchina / litro d'acqua).
Attenzione: non assumo nessuna responsabilità per quanto sopra riportato in quanto costituisce ciò che faccio io nelle situazioni citate. Prima di mettere in pratica quanto letto chiedi conferma al tuo medico di fiducia.
L'ideale sarebbe poter disporre sempre di acqua sicura, come quella di casa o quella minerale in bottiglia ma non sempre ciò è possibile. Può infatti capitare in escursioni di più giorni, specie se fatte in luoghi dove l'acqua manca proprio o in viaggi riguardanti paesi a rischio per le scarse condizioni igieniche locali, di dover usare l'acqua raccolta sul posto con tutti i pericoli che ne possono derivare.
Eco allora che diventa indispensabile mettere in atto tutta una serie di accorgimenti mirati a rendere questa acqua il più sicura possibile in modo da poterla bere e usarla per cucinare.
Fondamentalmente tali accorgimenti possono riguardare:
a) la capacità di valutare la salubrità o meno dell'acqua a disposizione e di individuare il punto migliore dove prelevarla;
b) le modalità attraverso le quali renderla potabile: filtro fisico, bollitura, esposizione ai raggi UV, sterilizzazione chimica.
Per esempio, prima di raccogliere l'acqua che scorre in un ruscello conviene osservare se per almeno 100 metri a monte non ci siano carcasse di animali, escrementi o persone che ci si lavano o lavano vestiti e/o gavette con detergenti inquinanti. Contemporaneamente la presenza di schiuma, di mucillagine rossastra o di odori strani sulla superficie dell'acqua raccolta testimonia eventuale contaminazione chimica dovuta alla presenza di alghe tossiche, di centri abitati, aziende agricole, ecc... In tal caso meglio lasciar perdere e cercare altrove dell'acqua da bere.
Questo perché mentre con i procedimenti fisici (decadimento, filtraggio, bollitura, esposizioni ai raggi UV) o chimici (pastiglie potabilizzanti) ci si riesce a rendere potabile un'acqua contaminata (da batteri, virus, spore, funghi, microrganismi patogeni vari), ciò non può dirsi di un'acqua inquinata (da metalli pesanti, pesticidi, vari inquinanti chimici). Non si potrà mai avere la sicurezza assoluta ma con tempo, lo studio della zona da visitare e l'esperienza accumulata con buona approssimazione riusciremo a fare una valutazione abbastanza affidabile della salubrità dell'acqua raccolta. La ceramica con porosità 0,2 micron trattiene tutti i batteri, protozoi, spore, sedimenti e virus combinati con particelle superiori ai 0,2 micron, riduce sensibilmente le particelle radioattive. La ceramica se è poi combinata con l'azione dei carboni attivi, trattiene anche il cloro ed i cattivi sapori dell'acqua.
Superato questo stadio, non rimane che completare il trattamento dell'acqua raccolta allo scopo di renderla sicura. A tal fine è molto importante poterla filtrare con l'aiuto di un doppio filtro ceramica/carboni attivi dai pori di 0,2 micron. Un filtro meccanico di quel tipo eliminerà batteri e funghi (perché di dimensioni maggiori di 0,2 micron), ridurrà di molto i metalli pesanti e i cattivi odori eventualmente presenti nell'acqua, ma non potrà fare niente contro i virus le varie tossine (in quanto di dimensioni minori di 0,2 micron) che lo possono attraversare tranquillamente. L'uso di un prefiltro potrà rendere più efficace il procedimento e allungare la vita del filtro principale in presenza di un'acqua molto sporca, ma rimane ugualmente insufficiente nei confronti di virus e tossine varie. Tanto per citare qualche prodotto ricordiamo il Katadyn Vario, l'MSR, il Delios, il PureEasy, ecc...
L'ulteriore sicurezza possiamo aggiungerla ricorrendo alla bollitura o alla disinfezione chimica (pastiglie o gocce potabilizzattrici) dell'acqua prefiltrata, ma in ogni caso conviene comunque filtrare precedentemente l'acqua da disinfettare. Questo perché l'acqua viene disinfettata meglio (tramite bollitura, esposizione ai raggi UV o con l'aggiunta di pastiglie) e più velocemente se precedentemente filtrata, in quanto il calore, i raggi UV e/o la sostanza disinfettante agisce meglio e in minor tempo in presenza di una carica patogena ridotta (dal filtro).
La bollitura per 10 minuti riesce a sterminare la maggior parte dei microrganismi patogeni ad eccezione delle spore (forme di vita patogena latente) che richiedono bollitura a 100 gradi di almeno 4 ore. Costituisce il metodo di potabilizzazione preferibile in quanto non aggiunge sostanze chimiche e/o sapori/odori sgradevoli. Per contro richiede tempo (tempo di bollitura + tempo di raffreddamento dell'acqua prima di poterla bere) e consumo di prezioso combustibile (non sempre troviamo legna da ardere sul posto). Indispensabile a questo scopo risulta la possibilità di disporre di un contenitore in metallo cui bollire l'acqua e del relativo combustibile.
Un altro metodo di disinfezione è costituito dall'esposizione dell'acqua ai raggi UV per un breve lasso di tempo. L'apparecchio (SteriPen) ha la forma di una pena e viene immerso nell'acqua da potabilizzare. Questo metodo ha il vantaggio di non alterare sapore e odore dell'acqua da trattare, ma per contro necessita di alimentazione elettrica (pile) e può rompersi/guastarsi.
Il terzo metodo è quello della disinfezione chimica mediante pastiglie o gocce. Le sostanze attive sono costituite da cloro, suoi sottoprodotti biossido di cloro, o iodio. Il biossido di cloro è preferibile rispetto al cloro e i suoi sottoprodotti, mentre chi ha problemi di tiroide dovrebbe evitare lo iodio. Per batteri e virus è sufficiente attendere una ventina di minuti prima di consumare l'acqua trattata mentre per le spore è necessario attendere 2 ore. Il grande vantaggio di questo metodo consiste nella praticità/semplicità del procedimento, che non necessita altro che di un semplice contenitore in cui versare l'acqua da trattare. Ottima a tal scopo è la classica borraccia militare in alluminio da 1 litro in quanto le pastiglie sono dosate proprio per questa quantità di liquido (1 litro). Basta quindi aggiungere una pastiglia direttamente nella borraccia e attendere il tempo necessario perché possa agire. Per contro le pastiglie possono alterare sia il sapore che l'odore dell'acqua in cui sono state aggiunte, ma in parte si può ovviare a questo facendo arieggiare (travasando da un contenitore all'altro l'acqua) l'acqua o shakerandola. Tanto per citare qualche prodotto ricordiamo l'Amuchina, il Micropur forte, l'Aquamira, ecc... Bisogna citare a questo punto il Miox della MSR, un apparecchio che usa il sale comune per avviare una reazione di clorazione che riesce in breve tempo a rendere potabile grandi quantità di acqua sospetta.
*Dosaggio Amuchina: In base ai dati provenienti dalla letteratura scientifica, per potabilizzare 1 litro di acqua è necessario aggiungerne 10 gocce di Amuchina (soluzione all'1% = 10ml Amuchina / litro d'acqua). Se si vuole invece ottenere una soluzione disinfettante con cui lavare ferite o disinfettare strumenti/oggetti allora bisogna aggiungere ben 20 gocce di Amuchina ad ogni litro d'acqua (soluzione al 2% = 20ml Amuchina / litro d'acqua).
Attenzione: non assumo nessuna responsabilità per quanto sopra riportato in quanto costituisce ciò che faccio io nelle situazioni citate. Prima di mettere in pratica quanto letto chiedi conferma al tuo medico di fiducia.
Survival Kit (Kit di sopravvivenza).
Si intende per “kit di sopravvivenza” un insieme di cose che possono aiutarci a sopravvivere per almeno 3 giorni in casi di emergenza (terremoti, incidenti, ecc...). La cosa più importante in questi casi è riuscire a rimediare un rifugio asciutto e riparato da vento e freddo, disporre dell'acqua potabile ed accendere un fuoco per cucinare e riscaldarsi. Il contenuto del kit dovrebbe essere in grado di aiutarci in queste operazioni fondamentali per la nostra sopravvivenza. Un poncho anellato ed una boraccia con relativa gavetta in alluminio completano il kit di sopravvivenza, fornendoci il riparo ed il contenitore cui rendere potabile l'acqua raccolta sul luogo. E' buona regola portarseli appresso nelle nostre uscite.
Un buon kit di sopravvivenza dovrebbe essere cosi composto:
1. un contenitore in alluminio, impermeabile, che contiene l'intero kit e permette di cucinare dentro o di bollire l'acqua;
2. kit di cucito: aghi varie misure, dritti e curvi, filo sintetico resistente, spille da balia, 3 bottoni;
3. una lama fissa, lame e manico da bisturi, mini multi strumento (tipo card multitool);
4. fischietto e specchietto per segnali di emergenza ed istruzioni per chiedere soccorsi;
5. preservativi senza lubrificazione (3 pz), per uso trasporto acqua dopo averli inseriti in un calzino di cotone per proteggerli;
6. filtro cannuccia e pastiglie per potabilizzare e/o disinfettare l'acqua;
7. chiodi in alluminio (3 pz) lunghi 14cm, per creare base su fuoco;
8. fiammiferi impermeabili/antivento, acciarino, mini accendino big;
9. sega a filo (tipo commando) per emergenza e cottone per riempire gli spazi vuoti nel contenitore;
10. mini bussola a bottone e coordinometro per orientarsi con la mappa;
11. candela in vaschetta di alluminio (per illuminazione o per accendere un fuoco difficile);
12. almeno 15 metri di cordino 3mm ed altrettanti di paracord 550 per vari usi;
13. filo di rame/ottone (15m) per costruire trappole, piccole riparazioni, fare contatto elettrico;
14. bulbi led (2 pz) e pile a bottone (2 pz) per mini luce emergenza;
15. lente di Fresnel (o di vetro) per accendere fuoco col sole o levare spine e corpi estranei;
16. matita e carta impermeabile per scrivere appunti e lasciare messaggi;
17. saponetta e gel disinfettanti per mani;
18. coperta termica doppia faccia argento/oro, sacchi di spazzatura e buste di plastica a chiusura ermetica;
19. striscia di alluminio doppio strato, alta 10cm, per fare da muretto antivento;
20. kit pronto soccorso (preferisco tenerlo separato, vedi sopra);
21. kit di pesca: vari ami, 20m lenza da 20mm e 30mm, galleggiante, piombini, esca artificiale;
22. cyalume (3 pz): luci fosforescenti chimici di emergenza;
23. tamponi femminili (2 pz): filtro acqua ed esca per accendere fuoco difficile;
24. kit conforto: sale e zucchero in bustine, bustine thè e dadi da cucina.
Un buon kit di sopravvivenza dovrebbe essere cosi composto:
1. un contenitore in alluminio, impermeabile, che contiene l'intero kit e permette di cucinare dentro o di bollire l'acqua;
2. kit di cucito: aghi varie misure, dritti e curvi, filo sintetico resistente, spille da balia, 3 bottoni;
3. una lama fissa, lame e manico da bisturi, mini multi strumento (tipo card multitool);
4. fischietto e specchietto per segnali di emergenza ed istruzioni per chiedere soccorsi;
5. preservativi senza lubrificazione (3 pz), per uso trasporto acqua dopo averli inseriti in un calzino di cotone per proteggerli;
6. filtro cannuccia e pastiglie per potabilizzare e/o disinfettare l'acqua;
7. chiodi in alluminio (3 pz) lunghi 14cm, per creare base su fuoco;
8. fiammiferi impermeabili/antivento, acciarino, mini accendino big;
9. sega a filo (tipo commando) per emergenza e cottone per riempire gli spazi vuoti nel contenitore;
10. mini bussola a bottone e coordinometro per orientarsi con la mappa;
11. candela in vaschetta di alluminio (per illuminazione o per accendere un fuoco difficile);
12. almeno 15 metri di cordino 3mm ed altrettanti di paracord 550 per vari usi;
13. filo di rame/ottone (15m) per costruire trappole, piccole riparazioni, fare contatto elettrico;
14. bulbi led (2 pz) e pile a bottone (2 pz) per mini luce emergenza;
15. lente di Fresnel (o di vetro) per accendere fuoco col sole o levare spine e corpi estranei;
16. matita e carta impermeabile per scrivere appunti e lasciare messaggi;
17. saponetta e gel disinfettanti per mani;
18. coperta termica doppia faccia argento/oro, sacchi di spazzatura e buste di plastica a chiusura ermetica;
19. striscia di alluminio doppio strato, alta 10cm, per fare da muretto antivento;
20. kit pronto soccorso (preferisco tenerlo separato, vedi sopra);
21. kit di pesca: vari ami, 20m lenza da 20mm e 30mm, galleggiante, piombini, esca artificiale;
22. cyalume (3 pz): luci fosforescenti chimici di emergenza;
23. tamponi femminili (2 pz): filtro acqua ed esca per accendere fuoco difficile;
24. kit conforto: sale e zucchero in bustine, bustine thè e dadi da cucina.
Cucina da campo (per 2 persone).
Alcune cose essenziali che ci permettono di preparare un pasto caldo o di bollire dell'acqua durante le nostre escursioni. Una popote in alluminio cui ho aggiunto 2 coperchi (per abbreviare i tempi di cottura e riparare i cibi cucinati), due tazze e due posate in plastica, un fornello a gas e/o ad alcool, un tagliere sottile in plastica dura, una presina in stoffa, una tazza in alluminio, un filtro da moka, 2 porta spezie, un paravento in alluminio, 2 bombolette gas. Il tutto (bombola esclusa) viene tenuto in una custodia di panno. Per coltello si usa quello a lama fissa che tutti gli escursionisti si portano appresso, mentre conviene disporre di almeno due modi per accendere un fuoco: accendino e/o acciarino. Bisogna tenere sotto costante osservazione il fuoco, allestirlo a debita distanza dalla tenda, non usare legna quando è vietato farlo e tenersi pronti a spegnerlo qualora dovesse costituire una minaccia di incendio.
Gore-Tex: membrana traspirabile, impermeabile, antivento.
Quando si è in movimento, magari con una decina di Kg alle spalle, è importante poter contare su tessuti che permettono al corpo di traspirare impedendo contemporaneamente alla pioggia di bagnarci. Questi tessuti impiegano delle membrane particolari note come Gore-Tex, E-Vent. Novadry, ecc...
Di solito tali membrane vengono impiegate su capi griffati (e quindi costosi) destinati ad uso specialistico tipo , alpinismo, escursionismo, sci, caccia, softair, ecc. Giacche, pantaloni e scarponi confezionati con queste membrane traspiranti e idrorepellenti ci tengono caldi e asciutti e ci riparano dal vento durante le escursioni. Tali membrane vengono impiegate anche nei capi militari cosa che rende questi ultimi particolarmente interessanti anche per chi si dedica al suo sport preferito da civile. Personalmente sono molto soddisfatto di un completo in blu avio (giacca e pantaloni) dell'aviazione militare inglese (RAF) acquistato a poco sull'ebay inglese. Altrettanto valido sembra essere anche il completo giacca/pantalone in dotazione all'esercito di sua maestà, solo che in quest'ultimo ci si deve accontentare del solito disegno mimetico.
Alternative per uso civile a prezzi convenienti sono rappresentate dai capi in Novadry della Decathlon.
Di solito tali membrane vengono impiegate su capi griffati (e quindi costosi) destinati ad uso specialistico tipo , alpinismo, escursionismo, sci, caccia, softair, ecc. Giacche, pantaloni e scarponi confezionati con queste membrane traspiranti e idrorepellenti ci tengono caldi e asciutti e ci riparano dal vento durante le escursioni. Tali membrane vengono impiegate anche nei capi militari cosa che rende questi ultimi particolarmente interessanti anche per chi si dedica al suo sport preferito da civile. Personalmente sono molto soddisfatto di un completo in blu avio (giacca e pantaloni) dell'aviazione militare inglese (RAF) acquistato a poco sull'ebay inglese. Altrettanto valido sembra essere anche il completo giacca/pantalone in dotazione all'esercito di sua maestà, solo che in quest'ultimo ci si deve accontentare del solito disegno mimetico.
Alternative per uso civile a prezzi convenienti sono rappresentate dai capi in Novadry della Decathlon.
Crearsi un rifugio in breve tempo e con il minor dispendio energetico.
In condizioni di emergenza, com'è noto, le priorità per garantirsi la sopravvivenza sono in ordine:
1. procurarsi un rifugio che ripara da vento e pioggia;
2. procurasi l'acqua necessaria;
3. procurarsi cibo;
4. prendersi cura di se.
L'importante è far questo con il minor dispendio energetico possibile perché non si sa se e quando si riuscirà a procurarsi il necessario per la sopravvivenza (acqua, cibo,ecc), per cui è di fondamentale importanza tenersi il più in forma possibile e non affaticarsi in dismisura mentre si cerca di portare a compimento tali compiti.
Di grande aiuto possono esserci allora i poncho occhiellati e i teli (tarp) impermeabili. Bastano un po' di cordino e pochi minuti per creare un rifugio valido. Va da se che bisogna cercare il posto idoneo per farlo (non in pendenza, a riparo da vento, letti d'acqua, crollo di massi o di alberi, ecc). Fatto il rifugio ci si dedica poi alla ricerca dell'acqua da bere e di cibo.
1. procurarsi un rifugio che ripara da vento e pioggia;
2. procurasi l'acqua necessaria;
3. procurarsi cibo;
4. prendersi cura di se.
L'importante è far questo con il minor dispendio energetico possibile perché non si sa se e quando si riuscirà a procurarsi il necessario per la sopravvivenza (acqua, cibo,ecc), per cui è di fondamentale importanza tenersi il più in forma possibile e non affaticarsi in dismisura mentre si cerca di portare a compimento tali compiti.
Di grande aiuto possono esserci allora i poncho occhiellati e i teli (tarp) impermeabili. Bastano un po' di cordino e pochi minuti per creare un rifugio valido. Va da se che bisogna cercare il posto idoneo per farlo (non in pendenza, a riparo da vento, letti d'acqua, crollo di massi o di alberi, ecc). Fatto il rifugio ci si dedica poi alla ricerca dell'acqua da bere e di cibo.
Il poncho
Il poncho occhiellato è un capo molto utile per chi fa escursionismo o viaggi in luoghi piovosi, in quanto serve a riparare da pioggia e vento non solo indossandolo ma anche stendendolo sopra di noi e fissandolo con i cordini come se fosse un normale telo. In quest'ultimo caso basta legare con un cordino il copricapo in modo che la pioggia non possa infiltrarsi proprio da lì. Ha un peso irrisorio (sotto i 500 g) ed occupa poco spazio, qualità queste che ci permettono di tenerlo sempre con noi.
Non a caso nella maggior parte di kit di sopravvivenza poncho e telo vengono mensionati come dei costituenti indispensabili, oserei dire "salvavita"! Fondamentale diventa disporre di qualcosa che isoli il corpo dal terreno nel caso ci si dovesse sdraiare sotto un poncho o un telo tesi. A tal scopo basterebbe anche un pezzo di nylon comune, tipo quello reperibile in qualsiasi ferramenta. Sdraiarsi su un telo di nylon, in modo di evitare che il corpo si bagni e/o disperda calore, può fare la differenza in caso di una notte passata all'addiaccio.
Non a caso nella maggior parte di kit di sopravvivenza poncho e telo vengono mensionati come dei costituenti indispensabili, oserei dire "salvavita"! Fondamentale diventa disporre di qualcosa che isoli il corpo dal terreno nel caso ci si dovesse sdraiare sotto un poncho o un telo tesi. A tal scopo basterebbe anche un pezzo di nylon comune, tipo quello reperibile in qualsiasi ferramenta. Sdraiarsi su un telo di nylon, in modo di evitare che il corpo si bagni e/o disperda calore, può fare la differenza in caso di una notte passata all'addiaccio.
La tenda
Mentre telo e poncho occhiellato costituiscono il rifugio di emergenza, la tenda è quella che ha il compito di riparare da pioggia e vento per soste prolungate ed uscite programmate in natura. Non tutte le tende sono uguali e fondamentalmente possono distinguersi in due tipi: per climi miti e climi freddi.
La differenza tra l'una e l'altra risiede soprattutto nel materiale con cui è fabbricato il telo interno (semplice zanzariera nella tenda per climi caldi, telo con inserti di zanzariera in quella per climi freddi) e nella presenza di una struttura geodetica con le falde (assenti nelle tende per climi caldi). Le tende per climi freddi di solito hanno una paleria più robusta e pesano di più.
Molto importante è conoscere il grado di impermeabilità del telo esterno nella scelta di una tenda, in quanto più è alto e maggiore sarà la sua capacità di ripararci da pioggia e vento. Un buon valore di impermeabilizzazione deve essere pari o superiore a 3.000mm.
Una tenda per climi freddi (quote alte) inoltre deve riparare bene l'alpinista/escursionista anche dal vento oltre che dalla pioggia. Per questa ragione tali tende sono dotate di un telo interno dalla fitta trama, anziché la semplice zanzariera presente nelle tende per climi miti. Come nel caso di poncho occhielato o di telo tesi bisogna scegliere con cura il luogo dove piantare la tenda, seguendo gli stessi accorgimenti dopra mensionati
La differenza tra l'una e l'altra risiede soprattutto nel materiale con cui è fabbricato il telo interno (semplice zanzariera nella tenda per climi caldi, telo con inserti di zanzariera in quella per climi freddi) e nella presenza di una struttura geodetica con le falde (assenti nelle tende per climi caldi). Le tende per climi freddi di solito hanno una paleria più robusta e pesano di più.
Molto importante è conoscere il grado di impermeabilità del telo esterno nella scelta di una tenda, in quanto più è alto e maggiore sarà la sua capacità di ripararci da pioggia e vento. Un buon valore di impermeabilizzazione deve essere pari o superiore a 3.000mm.
Una tenda per climi freddi (quote alte) inoltre deve riparare bene l'alpinista/escursionista anche dal vento oltre che dalla pioggia. Per questa ragione tali tende sono dotate di un telo interno dalla fitta trama, anziché la semplice zanzariera presente nelle tende per climi miti. Come nel caso di poncho occhielato o di telo tesi bisogna scegliere con cura il luogo dove piantare la tenda, seguendo gli stessi accorgimenti dopra mensionati
BUSSOLA MILITARE SILVA EXPEDITION 54.
Chi pratica escursionismo prima o poi deve fare i conti anche con l'orientamento, nozioni fondamentali che consentono non solo di orientarsi ma anche di calcolare distanze e tempi di percorrenza con l'ausilio di carta, bussola ed altimetro (ove necessario).
Per questa pratica si usano delle speciali mappe (in scala definita) che riproducono in parte la morfologia del terreno da percorrere. E' di fondamentale importanza poter disporre di una bussola robusta, precisa ed affidabile onde evitare di girare alla cieca o di perdersi in luoghi sconosciuti e/o in condizioni cui ci si deve fare affidamento agli strumenti disponibili.
La svedese SILVA è uno dei più rinomati costruttori di bussole, fornitore anche della maggior parte degli eserciti moderni. Famosa ormai la sua Silva Expedition 54 che offre informazioni visibili anche di notte grazie alle radiazioni Beta, radioattive a bassa energia. Niente paura! Anche se l'elemento radioattivo responsabile è il Trizio, le radiazioni di tipo beta emanate sono a bassa energia (18,6 kev) incapaci cioè di oltreppassare il guscio di plastica in cui sono contenute e gli stratti della nostra pelle. Come dire, per creare dei problemi andrebbe ingioiato, ma non credo che a qualcuno verebbe l'idea di farlo...
Il modello Expedition 54 costituisce il modello di punta delle bussole SILVA a base piatta ed è caratterizzato da un sistema di puntamento di precisione, con accurattezza di lettura di +/- 0.5° grado. La piastra trasparente della bussola presenta dei piedini in silicone (per impedirne lo scivolamento sulla mappa) e scale di lettura in millimetri e pollici. Sacle romer disponibili: 1:63.360; 1:50.000 e 1:25.000.
Il modello Expedition 54 è stato progettato per geometri, ingegneri e forze militari, tutti quei casi cioè in cui serve uno strumento preciso, robusto ed affidabile.
Caratteristiche Tecniche:
Indicazioni fosforescenti al Trizio che permettono una consultazione comoda dello strumento durante spostamenti notturni.
Grande piastra trasparente con bordi ed angoli arrotondati per una agevole presa dello strumento.
Piedini antiscivolo presenti sulla base della bussola che la mantengono ferma sulla mappa.
Lente di ingrandimento dal diametro di 2 cm che consente agevoli letture delle informazioni cartografiche.
Presenza di fori sulla piastra che consentono di effettuare segni precisi sulla mappa in uso (stencill).
Luce Beta che dura all'incirca 7.5 anni dal momento dell'attivazione.
Graduazione Mills 6400/360.
Dimensioni: 125 x 60 x 16 mm.
Peso: 40 gr
Garanzia: 5 anni
Per questa pratica si usano delle speciali mappe (in scala definita) che riproducono in parte la morfologia del terreno da percorrere. E' di fondamentale importanza poter disporre di una bussola robusta, precisa ed affidabile onde evitare di girare alla cieca o di perdersi in luoghi sconosciuti e/o in condizioni cui ci si deve fare affidamento agli strumenti disponibili.
La svedese SILVA è uno dei più rinomati costruttori di bussole, fornitore anche della maggior parte degli eserciti moderni. Famosa ormai la sua Silva Expedition 54 che offre informazioni visibili anche di notte grazie alle radiazioni Beta, radioattive a bassa energia. Niente paura! Anche se l'elemento radioattivo responsabile è il Trizio, le radiazioni di tipo beta emanate sono a bassa energia (18,6 kev) incapaci cioè di oltreppassare il guscio di plastica in cui sono contenute e gli stratti della nostra pelle. Come dire, per creare dei problemi andrebbe ingioiato, ma non credo che a qualcuno verebbe l'idea di farlo...
Il modello Expedition 54 costituisce il modello di punta delle bussole SILVA a base piatta ed è caratterizzato da un sistema di puntamento di precisione, con accurattezza di lettura di +/- 0.5° grado. La piastra trasparente della bussola presenta dei piedini in silicone (per impedirne lo scivolamento sulla mappa) e scale di lettura in millimetri e pollici. Sacle romer disponibili: 1:63.360; 1:50.000 e 1:25.000.
Il modello Expedition 54 è stato progettato per geometri, ingegneri e forze militari, tutti quei casi cioè in cui serve uno strumento preciso, robusto ed affidabile.
Caratteristiche Tecniche:
Indicazioni fosforescenti al Trizio che permettono una consultazione comoda dello strumento durante spostamenti notturni.
Grande piastra trasparente con bordi ed angoli arrotondati per una agevole presa dello strumento.
Piedini antiscivolo presenti sulla base della bussola che la mantengono ferma sulla mappa.
Lente di ingrandimento dal diametro di 2 cm che consente agevoli letture delle informazioni cartografiche.
Presenza di fori sulla piastra che consentono di effettuare segni precisi sulla mappa in uso (stencill).
Luce Beta che dura all'incirca 7.5 anni dal momento dell'attivazione.
Graduazione Mills 6400/360.
Dimensioni: 125 x 60 x 16 mm.
Peso: 40 gr
Garanzia: 5 anni
CRKT RITTER RSK MK5
Serviva un piccolo ma affidabile coltello, di tipo scheletrico, da inserire in un survival kit. E' un coltello da emergenza, capace di trovare posto laddove altri non avrebbero osato. Disegnato da Doug Ritter, ecco un vero e proprio neck knife, minuscolo eppure impugnabile ed usabile
Dettaglio lama: Filo piano
Lunghezza lama: 4.40cm/1.75in
Spessore lama: 3.00mm/0.12in
Materiale lama: 3Cr13, 52-55 HRC, Stonewashed
Sistema di porto: fodero in zytel
Materiale manico: lama scheletrica
Tipo di costruzione: Full Tang
Lunghezza totale: 5.70cm/2.25in
Made in: USA
Peso: 26g/0.9oz
Doug Ritter RSK Mk5 ™ non è un coltello che si può usare tutto il giorno per le normali attività di lavoro. Ma, basato sulla filosofia di Doug che "se non è con te, non potrà salvarti ™", è così compatto e leggero da poter stare in quasi ogni piccolo kit di sopravvivenza personale, ma abbastanza robusto, da poterli affidare la propria vita. Doug è il fondatore del sito web "Equipaggiati per sopravvivere" (www.equipped.org) e un'autorità internazionale in materia di equipaggiamenti di sopravvivenza. Il Mk5 RSK nasce da uno sforzo di collaborazione con il mastro coltelaio David White, basato sulla costruzione di un coltello personalizzato da sopravvivenza, ed il Dr. Andrew Osbourne. Con un peso di meno di un'oncia, il coltello sportivo scheletrato a lama fissa da 1,75 ", punta della lama a goccia e con un manico piatto. La lama in acciaio ad alto tenore di carbonio, ha una rifinitura "stonewashed" preferita da Doug per una migliore resistenza alla corrosione. L'impugnatura ergonomica curva fornisce una presa con due dita sicura e confortevole, mentre un colorato cordino di nylon aggiunge lunghezza supplementare e grip. Usalo per fare i bastoni fuzz, costruire un riparo, sventrare un pesce, la selvaggina o per l'auto-difesa. Che si tratti di deserto o di sopravvivenza urbana, la Mk5 farà la sua parte per mantenerti vivo e vegeto. Include un fodeo in nylon fatto su misura ed è contenuto in una scatola di latta insieme con i suggerimenti di Doug per costruire il vostro kit di sopravvivenza personale.
Dettaglio lama: Filo piano
Lunghezza lama: 4.40cm/1.75in
Spessore lama: 3.00mm/0.12in
Materiale lama: 3Cr13, 52-55 HRC, Stonewashed
Sistema di porto: fodero in zytel
Materiale manico: lama scheletrica
Tipo di costruzione: Full Tang
Lunghezza totale: 5.70cm/2.25in
Made in: USA
Peso: 26g/0.9oz
Doug Ritter RSK Mk5 ™ non è un coltello che si può usare tutto il giorno per le normali attività di lavoro. Ma, basato sulla filosofia di Doug che "se non è con te, non potrà salvarti ™", è così compatto e leggero da poter stare in quasi ogni piccolo kit di sopravvivenza personale, ma abbastanza robusto, da poterli affidare la propria vita. Doug è il fondatore del sito web "Equipaggiati per sopravvivere" (www.equipped.org) e un'autorità internazionale in materia di equipaggiamenti di sopravvivenza. Il Mk5 RSK nasce da uno sforzo di collaborazione con il mastro coltelaio David White, basato sulla costruzione di un coltello personalizzato da sopravvivenza, ed il Dr. Andrew Osbourne. Con un peso di meno di un'oncia, il coltello sportivo scheletrato a lama fissa da 1,75 ", punta della lama a goccia e con un manico piatto. La lama in acciaio ad alto tenore di carbonio, ha una rifinitura "stonewashed" preferita da Doug per una migliore resistenza alla corrosione. L'impugnatura ergonomica curva fornisce una presa con due dita sicura e confortevole, mentre un colorato cordino di nylon aggiunge lunghezza supplementare e grip. Usalo per fare i bastoni fuzz, costruire un riparo, sventrare un pesce, la selvaggina o per l'auto-difesa. Che si tratti di deserto o di sopravvivenza urbana, la Mk5 farà la sua parte per mantenerti vivo e vegeto. Include un fodeo in nylon fatto su misura ed è contenuto in una scatola di latta insieme con i suggerimenti di Doug per costruire il vostro kit di sopravvivenza personale.
AGIOFARAGO: il canyon dei santi (Isola di Creta)
.A sud di Heraklion, pochi Km dopo il monastero di Odigitria, tra le spiagge di Matala e Kalì Limenes, si nascondono due perle del mar Libico: le spiagge di Martsalo e Agiofarago. In questo video si può avere un assaggio di quello che è la spiaggia di Agiofarago.
INFORMAZIONI IN ITALIANO SU AGIOFARAGO
L'isola di Creta si divide in 4 “Nomoì” (territori amministrativi): il territorio di Chanià, di Rethymnos, di Heraklion e di Lassithi che hanno rispettivamente come capitali le città di Chanià, Rethymnos, Heraklion ed Agios Nicolaos.
A Sud del territorio amministrativo di Heraklion, a pochi chilometri dal Monastero di Odigitria, si trovano le Gole di Agiofarago che poi sfociano nel Mar Libico. Si segue la strada asfaltata che da Moires porta a Sivas, uno dei pittoreschi paesini della piana di Messarà, e da lì prosegue fino ad arrivare al Monastero precedentemente menzionato. Arrivati al monastero la strada diventa sterrata ma facilmente percorsa da macchine civili (non servono le 4x4) e dopo circa 4 Km finisce in uno spiazzo che serve da parcheggio per le machine. Da lì bisogna proseguire a piedi e attraversare le gole seguendo il fiume che porta in mare.
Le temperature a Creta durante la stagione estiva possono toccare anche picchi di 46° C ragion per cui i mesi primaverili ed auttunali sono quelli da preferire per l'attraversata. Bisogna camminare per circa 20-30 minuti lungo un sentiero molto bello e facile, bordato da piante di oleandri ed erbe medicinali dai profumi inebrianti.
Una volta scesi dalla macchina ci si dirige verso un luogo recintato munito di cancello che impedisce l'entrata al canyon agli ovini locali che pascollano in uno stato di semilibertà. Bisogna avere l'accortezza di chiudere il cancello alle nostre spalle per la ragione suddetta. Fatto ciò comincia l'avventura ed il vaiggio lungo un sentiero che sembra portare al Paradiso! Odori di erbe medicinali selvatiche, canti di uccelli e suoni di campanine (quelle al collo delle pecore e delle caprette) saranno i nostri compagni per i prossimi 20-30 minuti.
A destra e a sinistra altissime masse di roccia dai colori garzianti si sollevano verso il cielo che è di un azzuro concesso solo al cielo della Grecia... La macchia mediterranea la fa da padrona, con alberi di quercie, carrubi, ulivi selvatici, agrifogli ed Oleandri che aggiungono generose penellate di colore qua e là...
Le pareti delle rocce sono ricche di caverne naturali, luoghi in cui secondo la tradizione religiosa trovavano riparo i numerosi monachi ortodossi da tempo insediati in questo posto sacro. Tuttavia le sempre più frequenti escursiononi predatorie dei pirati hanno spinto i monaci a spostarsi verso l'entroterra andando a fondare il monastero di Apesanes. Una di queste caverne, la più grande, chiamata “Gumenospilios” (la caverna dell'abate), veniva usata come luogo di incontro in cui una o due volte all'anno i monaci si incontravano in questa caverna (la cui entrata è chiusa da un cancello) ed andavano a sedersi sui sassi disposti a cerchio nel suo interno. Se qualche sasso rimaneva libero stava ad indicare che il monaco che lo occupava in passato era deceduto... Tutt'oggi non è raro osservare qualche monaco intento a pregare sulla cima di qualche parete rocciosa.
Il microclima, particolarmente mite, delle Gole di Agiofarago fa sì che gli uccelli del posto non debbano migrare per superare l'inverno. Aquile, rondini, tortore, poiane, passeri, corvi sono quelli più facili da osservare. Pecore e caprette invece sono gli animali usualmente incontrati, spesso arrampicati su pareti rocciose altissime. Il suono delle loro campanelle accompagna il visitatore per l'intera giornata. Nelle vicinanze della chiesa, didicata a Sant'Antonio, vive un gattino segno che ogni tanto qualche monaco viene fin qui anche per prendersene cura di lui. In questo bellissimo posto ha vissuto, nell'omonima caverna, Sant'Antonio ragion per cui poi la chiesa prese il suo nome.
Accanto alla chiesa, inusualmente grande e bella per un posto così, si trova persino un pozzo la cui acqua è potabile. Tuttavia, trovandosi vicino al mare, il sapore è leggermente salmastro cosa che la rende pocco adatta a fare il caffè. Un coperchio in metallo copre il pozzo impedendo che la sua acqua possa venire sporcata da qualsiasi cosa. Non serve dissinfetare l'acqua è pronta da bere così com'è.
Continuando a camminare per circa 5 minuti arriviamo finalmente alla spiaggia, fatta di sabbia e ciottolini e contornata da pareti rocciose alte e imponenti. Qui non servono ombreggianti dato che le pareti rocciose proiettano la loro ombra sulla spiaggia, per cui spostandosi di volta in volta a seconda l'orario si riesce sempre a stare all'ombra.
Diverse persone, munite dell'occorrente, si aprestano a scalare le pareti essendo questo un luogo noto per le attività di climbing a Creta.
Noi siamo partiti alle 9:30 e lasciata la macchina nel parcheggio abbiamo imboccato il sentiero che costeggia il letto del fiume fino ad arrivare in spiaggia. Trovandoci alla prima metà di Maggio il fiume per la sua seconda metà stava già al secco per cui si poteva tranquillamente camminare sul suo letto asciutto che a tratti è più agevole del sentiero convenzionale. Arrivati alla chiesa siamo entrati ad accendere una candella e fare una preghiera, avendo l'accortezza di spegnere poi le candelle all'uscita per evitare incendi. Avevamo all'incirca 3 litri d'acqua a testa più varie lattine di birra, grappa e vino che il mio compagno di escursione ha insistito tanto di portare con se... Le temperature erano già estive (min 15 max 30° C) per cui i nostri sacchi a pelo leggeri andavano più che bene. Come ripari ci portavamo una Ferrino 2lightend e un telo che diventa tenda monoposto. Una torcia a testa (più una di riserva) ed una lanterna a candella UCO costituivano i nostri attrezzi di illuminazione notturna. All'occorrenza si poteva anche accendere un fuoco ma l'abbiamo evitato preferendo di fare il caffè con l'aiuto di un forneletto a gas di quelli leggeri. Da mangiare c'erano dei panini già pronti, un po' di mele già pulite in busta, dei pomodorini e qualche cetriolo per fare un'insalata veloce. Caffè e thè in bustine.
Per tenere lontani gli insetti ho caricato la UCO con una candella alla citronella che devo ammettere di aver svolto eggreggiamente tale compito. Cane da pesca a mulinello e coltelli inox, adatti all'uso marino, completavano la nostra attrezzatura. Dopo ave fatto un primo giro di esplorazione e scattando qualche foto abbiamo deciso di tuffarci in mare. L'acqua era abbastanza calda da permettercelo senza grossi sforzi. In seguito ci siamo sdraiati a prendere il sole sulle stuoie aspettando di arrivare all'orario pranzo. Dopo aver mangiato e bevuto il primo caffè ci siamo trasferiti all'ombra a guardare quelli che arrivavano. Verso le 2:00 eravamo quasi in 20 su tutta la spiaggia, più un paio di arrampicatori che stavano appesi alle pareti di roccia rossa.
In seguito ci siamo dedicati alla ricerca di un posto riparato e lontano dalle pareti rocciose per piantare le tende in modo da poter lasciare al riparo tutto ciò che non serviva portarsi appresso e potersi dedicare alla fotografia. Fatto ciò ci siamo divisi con l'intento di scattare delle foto incontrandosi di nuovo poco prima dell'orario cena. Avevo con me una compattina digitale ed una a pellicola (non posso ancora farne a meno...)
Dopo aver scattato a sufficienza, cercando di descrivere alla meglio il posto attraverso gli scatti, ho ripreso la strada di ritorno. Siccome mancava un po' di tempo per cenare si è deciso di preparare le canne da pesca e cercare delle esche prima che faccia buio. In questo modo dopo aver mangiato qualcosa si potrebbe pescare.
Cominciava a ridursi la luce del sole quando ci siamo messi a mangiare qualcosa. In seguito ci siamo fatti un bel caffè caldo grazie al forneletto e cominciato a fare i primi lanci con le canne. Dopo un po' la notte cominciava a stendere i suoi teli scuri e abbiamo affidato alla UCO il compito di illuminare stabilmente la nostra posizione di pesca. Le torce elettriche avrebbero fatto il resto per quanto riguarda i fasci luminosi lontani a scopo ricognitivo.
Verso le 20:00 non era rimasto più nessuno in spiggia, eravamo soli circondati dalla natura e coperti da un cielo ricco di stelle. Qualche nave mercantile si vedeva passare a largo tutta illuminata... Ho tirato fuori una radiolina ma l'unica cosa che riuscivo a prendere erano stazioni radio libiche... meglio che niente. Ne scelsi una dalla musica lenta e melodica e l'ho lasciata trasmettere.
Niente pesci, dopo qualche lancio privo di risultato ho deciso di lascir stare e recuperare il tutto al mattino. Il sonno cominciava ad averla vinta e salutando il mio compagno di escursione sono andato a dormire. Faceva caldo a sufficienza da permettermi di dormire senza sacco a pelo, ma verso le 3:00 del mattino mi sono svegliato un po' infreddolito, al che sono entrato nel sacco a pelo. Alle 6:00 mi ha svegliato la voce del mio compagno e dopo avermi buttato un po' d'acqua sull viso ho fatto il caffè per entrambi. Dopo aver scambiato due parole sulla notte trascorsa abbiamo cominciato a smantellare tutto rimettendolo a posto negli zaini. Piano piano abbiamo imboccato il sentiero di ritorno lasciando alle nostre spalle con tanto dispiacere ma con altrettante soddisfazioni questo posto magnifico promettendoci di ritornare quanto prima...
Alle 9:00 dovevamo consegnare la macchina presa a noleggio per non lasciare la nostra incustodita per l'intera notte al parcheggio. Non che sarebbe successo niente ma la precauzione non è mai troppa...
Un escursione facile, adatta anche ai bambini, senza dislivello e di breve durata ma che rimarrà indelebile nella vostra memoria.
Se la consiglio? MA CERTO CHE SI'!!!
L'isola di Creta si divide in 4 “Nomoì” (territori amministrativi): il territorio di Chanià, di Rethymnos, di Heraklion e di Lassithi che hanno rispettivamente come capitali le città di Chanià, Rethymnos, Heraklion ed Agios Nicolaos.
A Sud del territorio amministrativo di Heraklion, a pochi chilometri dal Monastero di Odigitria, si trovano le Gole di Agiofarago che poi sfociano nel Mar Libico. Si segue la strada asfaltata che da Moires porta a Sivas, uno dei pittoreschi paesini della piana di Messarà, e da lì prosegue fino ad arrivare al Monastero precedentemente menzionato. Arrivati al monastero la strada diventa sterrata ma facilmente percorsa da macchine civili (non servono le 4x4) e dopo circa 4 Km finisce in uno spiazzo che serve da parcheggio per le machine. Da lì bisogna proseguire a piedi e attraversare le gole seguendo il fiume che porta in mare.
Le temperature a Creta durante la stagione estiva possono toccare anche picchi di 46° C ragion per cui i mesi primaverili ed auttunali sono quelli da preferire per l'attraversata. Bisogna camminare per circa 20-30 minuti lungo un sentiero molto bello e facile, bordato da piante di oleandri ed erbe medicinali dai profumi inebrianti.
Una volta scesi dalla macchina ci si dirige verso un luogo recintato munito di cancello che impedisce l'entrata al canyon agli ovini locali che pascollano in uno stato di semilibertà. Bisogna avere l'accortezza di chiudere il cancello alle nostre spalle per la ragione suddetta. Fatto ciò comincia l'avventura ed il vaiggio lungo un sentiero che sembra portare al Paradiso! Odori di erbe medicinali selvatiche, canti di uccelli e suoni di campanine (quelle al collo delle pecore e delle caprette) saranno i nostri compagni per i prossimi 20-30 minuti.
A destra e a sinistra altissime masse di roccia dai colori garzianti si sollevano verso il cielo che è di un azzuro concesso solo al cielo della Grecia... La macchia mediterranea la fa da padrona, con alberi di quercie, carrubi, ulivi selvatici, agrifogli ed Oleandri che aggiungono generose penellate di colore qua e là...
Le pareti delle rocce sono ricche di caverne naturali, luoghi in cui secondo la tradizione religiosa trovavano riparo i numerosi monachi ortodossi da tempo insediati in questo posto sacro. Tuttavia le sempre più frequenti escursiononi predatorie dei pirati hanno spinto i monaci a spostarsi verso l'entroterra andando a fondare il monastero di Apesanes. Una di queste caverne, la più grande, chiamata “Gumenospilios” (la caverna dell'abate), veniva usata come luogo di incontro in cui una o due volte all'anno i monaci si incontravano in questa caverna (la cui entrata è chiusa da un cancello) ed andavano a sedersi sui sassi disposti a cerchio nel suo interno. Se qualche sasso rimaneva libero stava ad indicare che il monaco che lo occupava in passato era deceduto... Tutt'oggi non è raro osservare qualche monaco intento a pregare sulla cima di qualche parete rocciosa.
Il microclima, particolarmente mite, delle Gole di Agiofarago fa sì che gli uccelli del posto non debbano migrare per superare l'inverno. Aquile, rondini, tortore, poiane, passeri, corvi sono quelli più facili da osservare. Pecore e caprette invece sono gli animali usualmente incontrati, spesso arrampicati su pareti rocciose altissime. Il suono delle loro campanelle accompagna il visitatore per l'intera giornata. Nelle vicinanze della chiesa, didicata a Sant'Antonio, vive un gattino segno che ogni tanto qualche monaco viene fin qui anche per prendersene cura di lui. In questo bellissimo posto ha vissuto, nell'omonima caverna, Sant'Antonio ragion per cui poi la chiesa prese il suo nome.
Accanto alla chiesa, inusualmente grande e bella per un posto così, si trova persino un pozzo la cui acqua è potabile. Tuttavia, trovandosi vicino al mare, il sapore è leggermente salmastro cosa che la rende pocco adatta a fare il caffè. Un coperchio in metallo copre il pozzo impedendo che la sua acqua possa venire sporcata da qualsiasi cosa. Non serve dissinfetare l'acqua è pronta da bere così com'è.
Continuando a camminare per circa 5 minuti arriviamo finalmente alla spiaggia, fatta di sabbia e ciottolini e contornata da pareti rocciose alte e imponenti. Qui non servono ombreggianti dato che le pareti rocciose proiettano la loro ombra sulla spiaggia, per cui spostandosi di volta in volta a seconda l'orario si riesce sempre a stare all'ombra.
Diverse persone, munite dell'occorrente, si aprestano a scalare le pareti essendo questo un luogo noto per le attività di climbing a Creta.
Noi siamo partiti alle 9:30 e lasciata la macchina nel parcheggio abbiamo imboccato il sentiero che costeggia il letto del fiume fino ad arrivare in spiaggia. Trovandoci alla prima metà di Maggio il fiume per la sua seconda metà stava già al secco per cui si poteva tranquillamente camminare sul suo letto asciutto che a tratti è più agevole del sentiero convenzionale. Arrivati alla chiesa siamo entrati ad accendere una candella e fare una preghiera, avendo l'accortezza di spegnere poi le candelle all'uscita per evitare incendi. Avevamo all'incirca 3 litri d'acqua a testa più varie lattine di birra, grappa e vino che il mio compagno di escursione ha insistito tanto di portare con se... Le temperature erano già estive (min 15 max 30° C) per cui i nostri sacchi a pelo leggeri andavano più che bene. Come ripari ci portavamo una Ferrino 2lightend e un telo che diventa tenda monoposto. Una torcia a testa (più una di riserva) ed una lanterna a candella UCO costituivano i nostri attrezzi di illuminazione notturna. All'occorrenza si poteva anche accendere un fuoco ma l'abbiamo evitato preferendo di fare il caffè con l'aiuto di un forneletto a gas di quelli leggeri. Da mangiare c'erano dei panini già pronti, un po' di mele già pulite in busta, dei pomodorini e qualche cetriolo per fare un'insalata veloce. Caffè e thè in bustine.
Per tenere lontani gli insetti ho caricato la UCO con una candella alla citronella che devo ammettere di aver svolto eggreggiamente tale compito. Cane da pesca a mulinello e coltelli inox, adatti all'uso marino, completavano la nostra attrezzatura. Dopo ave fatto un primo giro di esplorazione e scattando qualche foto abbiamo deciso di tuffarci in mare. L'acqua era abbastanza calda da permettercelo senza grossi sforzi. In seguito ci siamo sdraiati a prendere il sole sulle stuoie aspettando di arrivare all'orario pranzo. Dopo aver mangiato e bevuto il primo caffè ci siamo trasferiti all'ombra a guardare quelli che arrivavano. Verso le 2:00 eravamo quasi in 20 su tutta la spiaggia, più un paio di arrampicatori che stavano appesi alle pareti di roccia rossa.
In seguito ci siamo dedicati alla ricerca di un posto riparato e lontano dalle pareti rocciose per piantare le tende in modo da poter lasciare al riparo tutto ciò che non serviva portarsi appresso e potersi dedicare alla fotografia. Fatto ciò ci siamo divisi con l'intento di scattare delle foto incontrandosi di nuovo poco prima dell'orario cena. Avevo con me una compattina digitale ed una a pellicola (non posso ancora farne a meno...)
Dopo aver scattato a sufficienza, cercando di descrivere alla meglio il posto attraverso gli scatti, ho ripreso la strada di ritorno. Siccome mancava un po' di tempo per cenare si è deciso di preparare le canne da pesca e cercare delle esche prima che faccia buio. In questo modo dopo aver mangiato qualcosa si potrebbe pescare.
Cominciava a ridursi la luce del sole quando ci siamo messi a mangiare qualcosa. In seguito ci siamo fatti un bel caffè caldo grazie al forneletto e cominciato a fare i primi lanci con le canne. Dopo un po' la notte cominciava a stendere i suoi teli scuri e abbiamo affidato alla UCO il compito di illuminare stabilmente la nostra posizione di pesca. Le torce elettriche avrebbero fatto il resto per quanto riguarda i fasci luminosi lontani a scopo ricognitivo.
Verso le 20:00 non era rimasto più nessuno in spiggia, eravamo soli circondati dalla natura e coperti da un cielo ricco di stelle. Qualche nave mercantile si vedeva passare a largo tutta illuminata... Ho tirato fuori una radiolina ma l'unica cosa che riuscivo a prendere erano stazioni radio libiche... meglio che niente. Ne scelsi una dalla musica lenta e melodica e l'ho lasciata trasmettere.
Niente pesci, dopo qualche lancio privo di risultato ho deciso di lascir stare e recuperare il tutto al mattino. Il sonno cominciava ad averla vinta e salutando il mio compagno di escursione sono andato a dormire. Faceva caldo a sufficienza da permettermi di dormire senza sacco a pelo, ma verso le 3:00 del mattino mi sono svegliato un po' infreddolito, al che sono entrato nel sacco a pelo. Alle 6:00 mi ha svegliato la voce del mio compagno e dopo avermi buttato un po' d'acqua sull viso ho fatto il caffè per entrambi. Dopo aver scambiato due parole sulla notte trascorsa abbiamo cominciato a smantellare tutto rimettendolo a posto negli zaini. Piano piano abbiamo imboccato il sentiero di ritorno lasciando alle nostre spalle con tanto dispiacere ma con altrettante soddisfazioni questo posto magnifico promettendoci di ritornare quanto prima...
Alle 9:00 dovevamo consegnare la macchina presa a noleggio per non lasciare la nostra incustodita per l'intera notte al parcheggio. Non che sarebbe successo niente ma la precauzione non è mai troppa...
Un escursione facile, adatta anche ai bambini, senza dislivello e di breve durata ma che rimarrà indelebile nella vostra memoria.
Se la consiglio? MA CERTO CHE SI'!!!
ΠΛΗΡΟΦΟΡΙΕΣ ΓΙΑ ΤΟ ΑΓΙΟΦΑΡΑΓΓΟ ΣΤΑ ΕΛΛΗΝΙΚΑ, ΑΠΟ ΤΗΝ ΕΚΕΙ ΠΙΝΑΚΙΔΑ ΤΟΥ ΔΗΜΟΥ ΜΟΙΡΩΝ
Ο Δήμος Μοιρών με έκταση 181.885 χλμ2 και πληθυσμό 10.263 κατοίκους (απογραφή 2007), βρίσκεται στα νότια παράλια του Νομού Ηρακλείου.
Συνορεύει βόρεια με τους Δήμους Ρούβα και Ζαρού, δυτικά με τον Δήμο Τυμπακίου, ανατολικά με τον Δήμο Γόρτυνας και νότια βρέχεται από το Λυβικό Πέλαγος. Περιλαμβάνει τα εξής Δημοτικά Διαμερίσματα, με τους οικισμούς τους, Αληθινή, Αντισκάρι (Πλατιά Περάματα), Γαλιά (Μονόχωρο, Απόλυχνος και Ρογδιανά), Καστέλι, Κουσές (Λήσταρος), Μοίρες (Καπαριανά και Άγιος Αντώνιος(, Πετροκεφάλι, Πηγαϊδάκια (Καλοί Λιμένες), Πόμπια, Ρουφάς (Πλουτή) και Σκούρβουλα.
Το Αγιοφάραγγο βρίσκεται στο Δ.Δ. Πηγαϊδακίων, περιοχή πλούσια σε φυσικούς, αρχιαολογικούς και ιστορικούς καθώς και θρησκευτικούς θησαυρούς. Μεταξύ αυτών, ξεχωρίζουν το ακρωτήρι Λίθινο, ο αρχιαολογικός χώρος της Λασσαίας, οι Καλοί Λιμένες, η σπηλιά του Αποστόλου Παύλου, η Μονή της Οδηγήτριας με τον Πύργο του Ξωπατέρα και η εκκλησία που βρίσκεται εντός σπηλαίου στο Μάρτσαλο.
Το Αγιοφάραγγο βρίσκεται νότια της Μονής Οδηγήτριας και δημιουργήθηκε πό τις κοίτες δύο ρεμάτων που ξεκινούν το ένα βόρεια βορειοανατολικά από το Γυαλομονόχωρο και το άλλο βορειοανατολικά από την Οδηγήτρια.
Τα δύο ρέματα συναντιούνται κοντά στην Αγία Κυριακή και αφού ακολουθήσουν μιά ομαλή διαδρομή δυτικά και νότια της εκκλησίας, καταλήγουν στο Ποροφάραγγο το οποίο αποτελεί αφετηρία του κορμού του Αγιοφάραγγου, ο οποίος εκβάλει στο Λιβυκό πέλαγος. Η εκβολή του Αγιοφάραγγου πλαισιώνεται από μιά μικρή αλλά θαυμάσια παραλία.
Η διαδρομή κατά μήκος του φαραγγιού των Αγίων είναι μία από τις ομορφότερες που υπάρχουν. Οι επισκέπτες έχουν δύο επιλογές γιά να φτάσουν στο φαράγγι: είτε από την Μονή Οδηγήτριας (πεζοπορία μίας ώρας), είτε από την Αγία Κυριακή (πεζοπορία μισής ώρας).
Στο μεγαλύτερο τμήμα του φαραγγιού υψώνονται δεξιά και αριστερά επιβλητικοί βράχοι με πολλές φυσικές σπηλιές. Φυσικά απομονωμένο από τους οικισμούς της ευρύτερης περιοχής – το Αγιοφάραγγο είναι προσβάσιμο μόνο πεζή – το αγέρωχο αυτό τοπίο άγριας ομορφιάς και υποβλητικής ατμόσφαιρας, ήταν επόμενο να εξελιχθεί στο πρώτο κέντρο ασκητικού βίου όχι μόνο της περιοχής αλλά ολόκληρης της Κρήτης, από τα πρώτα κιόλας χριστιανικά χρόνια. Η ίδια η ονομασία της τοποθεσίας αποδίδει καλύτερα από κάθε περιγραφή την μοναδική πνευματικότητα του χώρου.
Προς το τέλος της διαδρομής στο Δ.Δ Πηγαϊδακίων, 250 περίπου μέτρα πριν την παραλία, βρίσκεται ο ναός του Αγίου Αντωνίου, που υπήρξε το θρησκευτικό κέντρο της περιοχής όπου εικάζεται ότι πραγματοποίηθηκαν οι πρώτες τελετουργίες της χριστιανικής λατρείας.
Πιστεύεται ότι η εκκλησία έχει ανακαινιστεί τρεις φορές.
Αρχικά ήταν ένα μικρό εκκλησάκι σε μιά σπηλιά μέσα στο βράχο, αλλά στην πάροδο του χρόνου ο σταθερά αυξανόμενος αριθμός προσκυνητών επέβαλλε την επέκταση του ναού.
Γιά τρίτη και τελευταία φορά επεκτάθηκε κατά τον 14 η 15 αιώνα και με αυτή τη μορφή διατηρείται μέχρι σήμερα. Η εκκλησία είναι αρίστης αρχιτεκτονικής τεχνικής και υπήρξε πλήρως τοιχογραφημένη, αλλά οι τοιχογραφίες συστυχώς δεν σώζονται πλέον.
Έξω από την εκκλησία υπάρχει ένα πηγάδι, το οποίο αποτελούσε και τη μοναδική πηγ'η νερού στην ευρύτερη περιοχή. Νότια της εκκλησίας, πάνω σ΄ένα μικρό ύψωμα, βρέθηκε ευλημένος κυκλικός θολωτός μινωϊκός τάφος, μαρτυρώντας την ανθρώπινη παρουσία από την Μινωϊκή Εποχή.
Σε μικρή απόσταση από την εκκλησία στη συνέχεια της πορείας προς τη θάλασσα, στην αριστερή πλευρά υπάρχει το Γουμενόσπηλιο. Παρότι η είσοδός του είναι σχετικά μικρή και χαμηλη, πρόκειται γιά ένα ευρύχωρο σπήλαιο με κωνικό ανοιχτό θόλο, ύψους περίπου 9 μέτρων και πλάτους περίπου 7 μέτρων.
Σύμφωνα με την παράδοση εδώ γινόταν, μία ή δύο φορές το χρόνο, σύναξη των ασκητών που ζούσαν στην περιοχή. Εντός του σπηλαίου υπήρχαν ισάριθμες των ασκητών πέτρες, στις οποίες κάθοταν. Μία κενή θέση, πρόδιδε το θάνατο ενός μέλους.
Η γειτνίαση του σπηλαίου με την θάλασσα το έκανε ευάλωτο στις ολοένα τακτικότερες επιδρομές πειρατών, αναγλάζοντας τους ασκοιτές και μοναχούς να αναζητήσουν άλλο καταφύγιο. Κατά την παράδοση, έτσι ιδρύθηκε το μοναστήρι του Αγίου Αντωνίου των Απεζανών, το οποίο βρίσκεται σε ασφαλή απόσταση από τη Θάλασσα.
Ο Δήμος Μοιρών με έκταση 181.885 χλμ2 και πληθυσμό 10.263 κατοίκους (απογραφή 2007), βρίσκεται στα νότια παράλια του Νομού Ηρακλείου.
Συνορεύει βόρεια με τους Δήμους Ρούβα και Ζαρού, δυτικά με τον Δήμο Τυμπακίου, ανατολικά με τον Δήμο Γόρτυνας και νότια βρέχεται από το Λυβικό Πέλαγος. Περιλαμβάνει τα εξής Δημοτικά Διαμερίσματα, με τους οικισμούς τους, Αληθινή, Αντισκάρι (Πλατιά Περάματα), Γαλιά (Μονόχωρο, Απόλυχνος και Ρογδιανά), Καστέλι, Κουσές (Λήσταρος), Μοίρες (Καπαριανά και Άγιος Αντώνιος(, Πετροκεφάλι, Πηγαϊδάκια (Καλοί Λιμένες), Πόμπια, Ρουφάς (Πλουτή) και Σκούρβουλα.
Το Αγιοφάραγγο βρίσκεται στο Δ.Δ. Πηγαϊδακίων, περιοχή πλούσια σε φυσικούς, αρχιαολογικούς και ιστορικούς καθώς και θρησκευτικούς θησαυρούς. Μεταξύ αυτών, ξεχωρίζουν το ακρωτήρι Λίθινο, ο αρχιαολογικός χώρος της Λασσαίας, οι Καλοί Λιμένες, η σπηλιά του Αποστόλου Παύλου, η Μονή της Οδηγήτριας με τον Πύργο του Ξωπατέρα και η εκκλησία που βρίσκεται εντός σπηλαίου στο Μάρτσαλο.
Το Αγιοφάραγγο βρίσκεται νότια της Μονής Οδηγήτριας και δημιουργήθηκε πό τις κοίτες δύο ρεμάτων που ξεκινούν το ένα βόρεια βορειοανατολικά από το Γυαλομονόχωρο και το άλλο βορειοανατολικά από την Οδηγήτρια.
Τα δύο ρέματα συναντιούνται κοντά στην Αγία Κυριακή και αφού ακολουθήσουν μιά ομαλή διαδρομή δυτικά και νότια της εκκλησίας, καταλήγουν στο Ποροφάραγγο το οποίο αποτελεί αφετηρία του κορμού του Αγιοφάραγγου, ο οποίος εκβάλει στο Λιβυκό πέλαγος. Η εκβολή του Αγιοφάραγγου πλαισιώνεται από μιά μικρή αλλά θαυμάσια παραλία.
Η διαδρομή κατά μήκος του φαραγγιού των Αγίων είναι μία από τις ομορφότερες που υπάρχουν. Οι επισκέπτες έχουν δύο επιλογές γιά να φτάσουν στο φαράγγι: είτε από την Μονή Οδηγήτριας (πεζοπορία μίας ώρας), είτε από την Αγία Κυριακή (πεζοπορία μισής ώρας).
Στο μεγαλύτερο τμήμα του φαραγγιού υψώνονται δεξιά και αριστερά επιβλητικοί βράχοι με πολλές φυσικές σπηλιές. Φυσικά απομονωμένο από τους οικισμούς της ευρύτερης περιοχής – το Αγιοφάραγγο είναι προσβάσιμο μόνο πεζή – το αγέρωχο αυτό τοπίο άγριας ομορφιάς και υποβλητικής ατμόσφαιρας, ήταν επόμενο να εξελιχθεί στο πρώτο κέντρο ασκητικού βίου όχι μόνο της περιοχής αλλά ολόκληρης της Κρήτης, από τα πρώτα κιόλας χριστιανικά χρόνια. Η ίδια η ονομασία της τοποθεσίας αποδίδει καλύτερα από κάθε περιγραφή την μοναδική πνευματικότητα του χώρου.
Προς το τέλος της διαδρομής στο Δ.Δ Πηγαϊδακίων, 250 περίπου μέτρα πριν την παραλία, βρίσκεται ο ναός του Αγίου Αντωνίου, που υπήρξε το θρησκευτικό κέντρο της περιοχής όπου εικάζεται ότι πραγματοποίηθηκαν οι πρώτες τελετουργίες της χριστιανικής λατρείας.
Πιστεύεται ότι η εκκλησία έχει ανακαινιστεί τρεις φορές.
Αρχικά ήταν ένα μικρό εκκλησάκι σε μιά σπηλιά μέσα στο βράχο, αλλά στην πάροδο του χρόνου ο σταθερά αυξανόμενος αριθμός προσκυνητών επέβαλλε την επέκταση του ναού.
Γιά τρίτη και τελευταία φορά επεκτάθηκε κατά τον 14 η 15 αιώνα και με αυτή τη μορφή διατηρείται μέχρι σήμερα. Η εκκλησία είναι αρίστης αρχιτεκτονικής τεχνικής και υπήρξε πλήρως τοιχογραφημένη, αλλά οι τοιχογραφίες συστυχώς δεν σώζονται πλέον.
Έξω από την εκκλησία υπάρχει ένα πηγάδι, το οποίο αποτελούσε και τη μοναδική πηγ'η νερού στην ευρύτερη περιοχή. Νότια της εκκλησίας, πάνω σ΄ένα μικρό ύψωμα, βρέθηκε ευλημένος κυκλικός θολωτός μινωϊκός τάφος, μαρτυρώντας την ανθρώπινη παρουσία από την Μινωϊκή Εποχή.
Σε μικρή απόσταση από την εκκλησία στη συνέχεια της πορείας προς τη θάλασσα, στην αριστερή πλευρά υπάρχει το Γουμενόσπηλιο. Παρότι η είσοδός του είναι σχετικά μικρή και χαμηλη, πρόκειται γιά ένα ευρύχωρο σπήλαιο με κωνικό ανοιχτό θόλο, ύψους περίπου 9 μέτρων και πλάτους περίπου 7 μέτρων.
Σύμφωνα με την παράδοση εδώ γινόταν, μία ή δύο φορές το χρόνο, σύναξη των ασκητών που ζούσαν στην περιοχή. Εντός του σπηλαίου υπήρχαν ισάριθμες των ασκητών πέτρες, στις οποίες κάθοταν. Μία κενή θέση, πρόδιδε το θάνατο ενός μέλους.
Η γειτνίαση του σπηλαίου με την θάλασσα το έκανε ευάλωτο στις ολοένα τακτικότερες επιδρομές πειρατών, αναγλάζοντας τους ασκοιτές και μοναχούς να αναζητήσουν άλλο καταφύγιο. Κατά την παράδοση, έτσι ιδρύθηκε το μοναστήρι του Αγίου Αντωνίου των Απεζανών, το οποίο βρίσκεται σε ασφαλή απόσταση από τη Θάλασσα.
ΠΡΟΣΟΧΗ "ΝΕΟΕΛΛΗΝΕΣ" και "Νεοκρητικοί ": Τα πνευματικά δικαιώματα του παρόντος άρθρου και των φωτογραφιών που το συνοδεύουν είναι κατοχυρωμένα από τον ¨Γλάρο της Κρήτης¨ - Αντώνη Τζερμιά. Απαγορεύεται η με οποιονδήποτε τρόπο μερική η ολική αντιγραφή, αναπαραγωγή, δημοσίευση του άρθρου χωρίς την γραπτή άδεια του δημιουργού του. Η κλοπή πνευματικής περιουσίας στα Ευρωπαϊκά κράτη (και στην Ελλάδα) διώκεται εκ του νόμου.